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EUROPA TEATRI
RIGOLETTI
DOMENICA 18 DICEMBRE ore 16
A PARTIRE DAGLI 7 ANNI, Durata 60 minuti
liberamente ispirato all’opera Rigoletto di Giuseppe Verdi
ideato, scritto e interpretato da Bernardino Bonzani, Carlo Ferrari e Franca Tragni
collaborazione artistica Chiara Rubes
tecnica e luci Erika Borella
“…perché l’opera quando la vedi, rimani a bocca aperta…”
Tre figure, Cesare Ferraiuoli, Romano Paganuzzi e Tecla Sozzi, sono state chiamate a sostituire tre comparse “scomparse” per la rappresentazione del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi.
Ignari del loro futuro da comparse e del loro futuro di uomini, vengono scordati nel retropalco di un teatro, mentre l’opera incombe sulla scena e loro la osservano dalle quinte.
Tre figure ridicole che attendono il loro momento, tre personaggi sinceri, carichi di umanità, malinconia, comicità. Aspettano, hanno paura, loro che non hanno mai fatto le comparse a teatro, ma solo nella vita, privi di un ruolo preciso, di una propria posizione sociale.
La musica irrompe nel silenzio dei loro dubbi sulla veridicità di quello che si vede e accade a teatro, loro che a teatro non sono mai andati. L’opera, il racconto di Rigoletto li entusiasma, scoprono di vivere in quel momento quella storia. Gilda, Rigoletto, il duca di Mantova, li sentono vicini, forse li toccano, “entrano “ nei loro costumi, assaporano il gusto di esserci, anche se fuori dalla scena.
Comparse non presenti, ma che vivono il loro momento teatrale, che gioiscono, soffrono, piangono. Gilda non deve morire, non accettano la conclusione.
Spettacolo che unisce il piacere teatrale al gusto e all’ascolto musicale operistico.
Comicità, riflessione, poesia, ritmo e umanità sono ingredienti che caratterizzano l’evento, ma anche la personale ricerca teatrale sul comico dei tre interpreti e autori del testo.
RECENSIONI
Valeria Ottolenghi (Gazzetta di Parma 19 febbraio 2001)
“Le comparse scomparse! Come? C’è da avere paura? Molte le situazioni divertenti – con un’eccellente risposta del pubblico, tante risate… ognuno di loro è un po’ Rigoletto…
Sullo sfondo la musica e il canto -Questa o quella per me pari sono…- Tecla, Cesare e Romano, commentano, litigano, si interrogano sulla natura del teatro…Il duca di Mantova, la maledizione di Monterone, la figlia Gilda che non conosce il mestiere del padre. Una scena tutta da ridere, con equivoci e scambi di persona tra Gilda e Tecla
L’opera intanto continua il suo svolgimento – Si vedetta, tremenda vendetta – la donna è mobile…- Il racconto trova una sua urgenza….la fine si avvicina velocemente… una conclusione che non si svela, per lascaire la sorpresa sulla sorte di quelle tre buffe, patetiche, ridicole comparse…salutate al termine ta tanti, meritati applausi.”
Fra Riccardo Ceriani (Polis 7 dicembre 2001)
“Chi ama Verdi non può non amare Rigoletti; e chi ama Rigoletto non può perdersi Rigoletti…
Tre persone semplici cercano una sorta di riscatto sociale facendosi assumere come comparse per la rappresentazione di Rigoletto. Aspettano il loro ingresso in scena, si immedesimano a tal punto da rifiutare il finale. Questa immedesimazione capita ai bambini e alle persone sensibili quando leggoni i libretti…
Questo sembra anche essere il codice generativo dello spettacolo ideato scritto e interpretato da Bernardino Bonzani, Carlo Ferrari e Franca Tragni, che mettono in scena tre adulti che si comportano come bambini. La schizofrenia dei personaggi produce esilaranti effetti comici e permette di apprezzare la straordinaria bravura degli attori, abilissimi nel presentare nei gesti e nella voce quel repertorio di atteggiamenti tipici appunto dei bambini o di adulti affetti da disturbi del comportamento… Ai tre attori va dunque riconosciuto anche il merito come autori di aver saputo penetrare lo spirito e il linguaggio del melodramma.”