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    Alessandro Blasoli / Florian Metateatro

    SCIABOLETTA – LA FUGA DEL RE

    Sabato 19 Novembre ore 21:00

    di e con Alessandro Blasioli
    luci Marco Andreoli
    scenografia Fabrizio Bellacosa

    Premio del Pubblico Palio Ermo Colle Parma 2018 / Premio delle Giurie Festival Direction Under 30 Gualtieri (RE) / Miglior Testo Festival ShortLab (Roma)

    Lo spettacolo ripercorre le ultime ore da sovrano del “piccolo”di casa Savoia, attraverso i suoi occhi e di tutti coloro che se la diedero a gambe con lui. L’istrionico Blasioli con ironia, con un linguaggio derivato dalla Commedia dell’Arte ed una scenografia scarna, riporta in vita il monarca rimuginante, per ricordare le pagine più nere della storia d’Italia.

    9 Settembre ’43, 5.30 del mattino: una colonna di 40 auto nere sta valicando gli Appennini lungo Via Tiburtina, direzione Abruzzo. Inizia così la fuga di Re Vittorio Emanuele Ferdinando Maria
    Gennaro di Savoia, a seguito della dichiarazione d’Armistizio proclamata dal Generale americano Eisenhower. Districandosi nella notte fra i selvaggi paesaggi abruzzesi, Re Vittorio Emanuele III troverà non pochi problemi lungo la via per la salvezza: i presìdi tedeschi, le bande di paese e l’ombra di Mussolini, che oscura la figura sovrana al punto da farla andare in escandescenza.
    La storia è nota: il vecchio Re 74enne fugge verso la salvezza. Avrebbe potuto un comportamento più reale da parte dell’anziano Sovrano evitare la disfatta? L’istrionico Blasioli con ironia, un linguaggio derivato dalla Commedia dell’Arte ed una scenografia scarna, riporta in vita
    il Monarca rimuginante, per ricordare le pagine più nere della storia d’Italia.

    Note di regia

    Nel 2018 l’attenzione mediatica e politica, in vista delle imminenti elezioni amministrative, è concentrata prevalentemente sulla questione dei richiedenti asilo; in un clima sempre più nazionalista e di malcelato odio del diverso, gli attacchi di matrice neofascista sono diventati più
    frequenti. Di qui, l’esigenza di approfondire il periodo storico dove sono radicate le convinzioni di tanto astio e repulsione, a cominciare da una caratteristica peculiare di quel momento,
    ossia il fatto che, nonostante fosse in atto una vera e propria dittatura, il Ventennio Fascista è de facto una Diarchia, con il Sovrano onnipresente, benché “deposto” persino dalle carte ufficiali.
    Figura preminente e al contempo marginale, capace in potenza e incapace nella sostanza, Sciaboletta mi è apparso subito come il personaggio perfetto per poter raccontare il passato e meglio comprendere le assurdità del presente.
    Alessandro Blasioli